# 1/08 - Quindici Note sul (Dare)Devil di Frank Miller

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The Lawyer
view post Posted on 24/11/2008, 13:31




M-EDITATIONS # 1/08
QUINDICI NOTE sul (DARE)DEVIL di FRANK MILLER
by Augie De Bleck Jr.

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PRESENTAZIONE: con questo articolo inizia su Marvel Land la Rubrica di Critica ed Analisi M-EDITATIONS che vedrà a turno "ruotare" nomi stranieri ed italiani della critica fumettistica relativamente a temi, problematiche e analisi - con o meno rivisitazioni - di runs e serie e grandi scelte editoriali della Marvel Comics. Iniziamo oggi con una bella analisi di uno dei più importanti runs di sempre del fumetto, il Devil di Frank Miller, fatta da uno dei più validi columnists americani, Augie De Bleck Jr di C.B.R..


Stavo leggendo il ciclo di Frank Miller sul mensile "Daredevil" durante l'ultimo mese attraverso la serie di paperback che la Marvel ha fatto uscire in questa decade e devo confessare come sia sempre stato un buco nella mia storia di letture Marvel, così sono felice di averlo finalmente riempito.
Non l'ho ancora letto completamente, mi mancano alcuni numeri alla fine della run da leggere, ma non posso non confessare che mi sono divertito molto leggendo il resto.
Nel primo volume erano contenuti anche i numeri (allora bimestrali!) scritti da Roger MacKenzie e David Michelinie ed essi hanno fornito una grande base per il resto della serie; ci tornerò presto su.

Nel leggere i tre paperbacks della serie mi sono venute spontanee in mente quindici considerazioni che mi sento di esporvi.

1. - Il Gladiatore è un criminale Marvel di cui ammetto di non avere mai sentito parlare fino a quando Ed Brubaker non l'ha voluto usare recentemente. Ora, avendo letto le sue apparizioni ed il suo ruolo in questi volumi posso comprendere il perchè del suo fascino, ed onestamente Mi ha reso la sua apparizione più recente un po' rindondante, anche se lo stile di narrazione moderno di Brubaker ha funzionato bene per la crescita del personaggio.

2. - Basandomi su questo, mi sembra di poter osservare come DareDevil presenti un problema simile a quello che ho notato anche per gli X-Men. Ciascuna generazione di scrittori che affronta la testata vuole proporre la propria versione dei personaggi più famosi della testata ed è un qualcosa di comune a quanto abbiamo visto in questi anni sulle sulle X-Testate: tutti ripercorrono gli anni di Claremont/Byrne; tutti vogliono fare una storia con le Sentinelle; tutti vogliono dire la loro su Fenice; tutti vogliono uccidere Jean Grey; tutti rimescolano i team dei personaggi; tutti distruggono la X-Mansion. Quando lo scrittore successivo arriva, ripristina tutto prima di tornare a percorrere la stessa strada.
Lo stesso succede con DareDevil, con l'unica eccezione che questo meccanismo agisce con Kingpin, Bullseye, Elektra, e, sembrerebbe, il Gladiatore ... forse forse, se si vuole essere originali si ritira fuori quel tizio sui trampoli, Stilt-Man.
Matt Murdock è un avvocato con conflitti morali, i suoi casi lo portano a difendere clienti indifendibili, si innamora di continuo, la sua identità segreta è compromessa in qualche modo, uno dei suoi amori solitamente viene ucciso da uno degli avversari che lo circondano.
Ed Brubaker mostra di aver incrociato i fili visto che ha trasferito a San Francisco gli X-Men e non Daredevil. Scherzo.
Voglio rileggermi la run di Brian Bendis ora, per vedere quanto della continuity abbia ripreso, dannazione, vorrei rivedere pure il film.
Mi chiedo se la narrazione ciclica avviene anche su "Thor"? Tutti riprendono e fanno la loro versione degli anni di Walter Simonson?

3. - Quando penso a Frank Miller penso all'autore di "Dark Knight Returns" e "Sin City", ed è anche logico e comprensibile visto che queste storie sono state il mio primo incontro con lui e da allora l'ho seguito su qualsiasi cosa abbia fatto e lavorato.
Forse per questo mancato tempismo non ho mai visto molta influenza di Will Eisner in Miller. Quando ho letto "Sin City" non avevo ancora avuto occasione di leggere il lavoro di Eisner, per cui la correlazione all'epoca non era nella mia mente.
Ora riesco a vederla meglio.
Le influenze di Eisner, e del suo "Spirit" in particolare, sul DareDevil di Miller sono impossibili da non vedere.
Guardate come Miller imposta la pagina del titolo per incorporarlo nella scena - sia che si tratti di immondizia attentamente in disordine che forma le lettere oppure frammenti di cartelli o altro - e guardate alla costruzione del pannello di Miller. Frank gioca con la sequenza narrativa, usando la forma dei pannelli a suo vantaggio: vignette lunghe e alte vengono usate quando DareDevil salta giù dai palazzi, mentre immagini multiple trasparenti di lui stesso vengono usate per mostrare quanto sia veloce e flessibile. A volte il layout del pannello viene ripetuto da pagina a pagina per creare una consistenza interna alla narrazione, dividendolo dal resto degli albi.

Mi chiedo se questo giocare con il formato funzionerebbe così regolarmente nei comics di oggi.
Quando questa run di "Daredevil" è uscita la prima volta, era un albo mensile e basta: nessuno scriveva pensando al volume o si preoccupava di come una raccolta si sarebbe letta tutta assieme in Paperback.
L'unico punto su cui concentrarsi era fornire un'ottima lettura, un mese alla volta: se attirare e mantenere i lettori era importante, penso che il gap mensile tra i numeri portava i creatori a giocare di più con il loro formato su base regolare.
Oggi giorno, una narrazione del genere viene etichettata come un'acrobazia o una cosa da una una volta ogni tanto ed assumono oramai solo il tono di divertente diversivo che però se utilizzato in maniera regolare, vengono viste con sospetto dagli editors.
L'influenza di Eisner è poi così sfacciatamente palese nella New York di Miller: sembra quella di Eisner, fino al lavoro di mattoni, la gente comune per le strade, ai tombini, i tubi delle fogne etc. ..... non si può non vedere l'influenza qui.

4. - Nel lavoro di Miller di quegli anni si possono anche vedere elementi iniziali di "Sin City" che appaiono nei disegni quà e là. Il chiaroscuro estremamente severo non c'è ancora, ma alcune tecniche di narrazione sono chiaramente evidenti, inclusi i primi piani sui volti, i criminali da due soldi per le strade, la concentrazione sull'azione in primo piano mentre gli sfondi si perdono, e anche alcuni dei colpi di pennello più forti con la china, anche se quelli sono di Klaus Janson che non ha lavorato su "Sin City".
Ho notato anche che Janson ha iniziato a colorare la serie nella seconda metà della sua run con Miller: la cosa è interessante e mi riprometto di tornare indietro nei volumi per vedere se c'è una differenza apprezzabile tra gli stili di colorazione quando Janson gestiva i Dyes di doc Martin.

5. - C'è un secco contrasto tra lo stile di narrazione di Roger MacKenzie e quello di Frank Miller: i due, come scrittori, fanno degli albi completamente diversi.
Roger MacKenzie si concentra più sull'avversario del mese e crea delle storie che entrino perfettamente in due numeri con un ritmo regolare: se Miller si fosse si fosse liberato delle sue impostazioni - come poi ha fatto - sotto gli script di MacKenzie, non sarebbe stato parimenti efficace. Una più standard griglia a tre file era appropriata, anche se stagnava le pagine. I tuoi occhi si muovevano meccanicamente da un pannello a un altro, percorrendo a fatica i baloons e didascalie tra un'azione e l'altra.

Comparativamente, gli script di Miller permettevano ai suoi disegni di sfrecciare attraverso la pagina: le forme differenti dei pannelli e le ripetizione rendevano la lettura più interessante. Miller giocava con la narrazione.
Tutti questi trucchi sembrano assodati oggigiorno, ma bisogna rapportarsi a quegli anni ed è facilmente immaginabile che fossero una ventata di aria fresca per i lettori della Marvel del '79/'80.

6. - Questi numeri furono fatti durante l'era di Jim Shooter alla Marvel. Si potrebbe quasi fare un gioco di bevute per vedere ogni quante pagine o pannelli Matt Murdock/Daredevil ripetesse la sua origine nello spazio di tre baloon di pensiero: era una convenzione necessaria e intelligente del suo tempo, ma sembra davvero sciocca ora.
Hai una bevuta gratis se Matt spiega come il suo bastone funziona.

7. - C'è un pollice disegnato stranamente sulla copertina del secondo volume. Fa sembrare che Elektra abbia sei dita.

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8. - Elektra è un personaggio femminile forte. La ragazza di Matt Murdock, l'ereditiera Heather Glenn, va in estasi per il suo uomo e darebbe tutto per lui.
Yin, incontra lo Yang.
C'è una sequenza nel secondo volume che è così eccessiva che mi ha fatto umiliare: pensavo che Miller stesse scrivendo una parodia romantica, ben disegnata e fantasiosamente esposta, ma un po' troppo emotiva; diventa migliore nel terzo volume quando lei lotta per la sua compagnia e sgrida Murdock.

9. - Nell'introduzione di Diana Schutz del secondo volume, fa notare come diverso fosse il "Daredevil" di Miller: dice quanto fosse cinematografico e come Miller ha tagliato tutta la prosa comune nei comics dell'epoca.
se così, i comics dovevano essere davvero pessimi all'epoca, perchè Miller scrive alcune battute in questi volumi su cui ti vorresti strangolare. Fanno sembrare la sua narrazione su "Sin City" positivamente più snella. L'uso di pannelli estesi comunque va a favore dell'etichetta di "cinematografico".
Do a Miller comunque dei punti per aver trovato una nuova maniera per far pensare a Daredevil alla propria origine in ogni numero: non è mai la stessa frase due volte.

10. - Daredevil perde il suo senso radar a causa di una bomba nel suo ufficio legale, solo per riacquistarlo attraverso allucinazioni che coinvolgono il diavolo mentre pratica il tiro con l'arco? Non si può dire che abbia creduto a questa trama ("Daredevil" #177) anche se i flashback in bianco e nero erano belli.

11. - I "sai" di Elektra hanno un grosso punto debole che non ho mai visto affrontare prima: è un difetto intrinseco che permette ai sai di infilzare qualcuno da dietro, passare attraverso il corpo, ma non riuscire a uscire dalla parte davanti del vestito.
Anche nella classica vignetta in cui Bullseye infilza Elektra il sai non taglia il dietro del costume: taglia la parte avanti semplicemente ... passa attraverso le sue interiora ... spunta dalla schiena ... ma tira soltanto il costume senza mai perforarlo.
Immagino che la carne umane e il sangue inteneriscano la lama attraverso la magia del Comics Code Authority, fino al punto in cui non riesce a sbucare completamente dall'altro lato.
Vinco un No-Prize??

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12. - Roger MacKenzie torna per aiutare a scrivere la prima storia del terzo volume: è una collaborazione interessante (n.d.r. - anche se in realtà si trattava di un episodio scartato e già disegnato che veniva ripreso, un po' spezzettato e poi integrato da Miller ai suoi fini narrativi).
Innanzitutto è un numero molto speciale, senza dubbio inteso per istruire la gioventù del 1982 sul pericolo della polvere d'angelo.
Abbiamo una pagina solida con il discorso di un dottore che sembra la pagina di wikipedia sull'origine, gli effetti e il danno a lungo termine provocato dalla droga: ci sono anche due persone in più nei crediti che vengono ringraziate per la loro consulenza.
Dopo questo diventa un'investigazione alla CSI più standard da parte di Daredevil, con alcune complicazioni.

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La storia è scritta in due parti: McKenzie ha solo scritto la prima, probabilmente per aiutare a risolvere il problema di scadenza, se devo tirare a indovinare (il numero 181 era di lunghezza doppia. Janson aveva una mano più pesante nelle chine del numero successivo, prima di disegnare parte del numero da solo.), ed è ottimo nel modo in cui mostra la differenza tra Miller e sè stesso, e come Miller lavora con un altro scrittore.
Con MacKenzie il suo lavoro ritorna allo stile che aveva durante il suo primo anno: è molto incasellato nelle griglie. propone una continuità stretta da pannello a pannello. Non ci sono impostazioni di pagina fantasiose, nessun trucco nel sposare immagini e parole. In realtà è una storia a fumetti molto standard per l'epoca. Il lavoro delle didascalie evoca quel senso classico di novelle pulp su investigatori privati, con una parte di quell'eccesso per cui la gente ancora oggi prende in giro Miller.
Una volta che McKenzie lascia nuovamente la testata, Miller apre tutto. I pannelli si allargano. Il dialogo diventa più terso. L'azione scivola più liberamente, senza che tutto venga spiegato in dialoghi dettagliati.

13. - Come in "Sin City" a Miller piace avere personaggi tosti della strada ricorrenti per lo scopo di sollievo comico, render possibili delle gag, e punti d'ingresso al mondo della malavita: possono essere giustamente una nota, ma sono dannatamente divertenti.
Iniziavo ad affezionarmi al povero Turk verso la fine del secondo volume. C'è anche un bar nella serie che ha visto diversi personaggi gettati attraverso le finestre da Daredevil.
Penso che Josie, la proprietaria del bar, possa essere considerata un precursore del Black Canary di "All Star Batman and Robin."

14. - Come ho detto all'inizio, mi mancano ancora pochi numeri per concludere il ciclo di Miller sulla testata, ma da quello che sto leggendo ora (sono a metà della trama con la Vedova Nera che ha disegnato Janson) Matt Murdock è il più grande cretino della storia della Marvel Comics.
Fa scomparire Tony Stark a confronto.
Il modo in cui ha manipolato Heather Glenn nel farsi sposare è spietatamente senza vergogna e patetico: ovviamente il modo in cui lei si strugge non dice molto del suo personaggio. Non vedo l'ora di vedere come questa trama si risolve.

15. - La Marvel sta attualmente ripubblicando queste riedizioni in nuovi volumi. Il primo esce questa settimana.
Se volete qualcuno che vi spieghi tutto ora vi raccomando Chris Marshall's Collected Comics Library, o il sito web Man Without Fear.
Le storie meritano di esser lette, ma sembra che tu abbia una scelta rispetto a come trovarle, e certamente questa non è la fine della storia visto che Miller è andato avanti a fare altro, la maggior parte di ciò è stato raccolto nell'"Elektra Omnibus," e poi in "Born Again" con David Mazzucchelli.
Mi è veramente piaciuto il suo "Man Without Fear", miniserie degli anni 90 con John Romita Junior, ristampata nel "Frank Miller's Daredevil Omnibus," ma credo che debba anche uscire presto in cartonato a se stante.

Come ho detto ho perso il filo di tutte queste uscite, ma so solo che dopo circa tre volumi di materiale ne voglio altro!

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Augie De Bleck Jr. lo trovate con cadenza pressochè settimanale con la sua Column Pipeline su Comic Book Resources.

Edited by The Lawyer - 24/11/2008, 18:32

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